Fondata nel 651-650 a.C. o nel 627 a.C., Selinunte costituì la punta avanzata dell’elemento greco verso la Sicilia occidentale. Sorse su un promontorio sul mare, tra due fiumi con l'estuario allora navigabile, il Selinos e il Cottone, che consentivano un doppio approdo.
Nella dorsale tra questi due fiumi si elevava la collina dell’acropoli che si raccordava, attraverso uno stretto istmo, al pianoro di Manuzza ed alla vasta pianura a nord.
Tre necropoli si trovano nelle contrade Buffa, Galera-Bagliazzo e Manicalunga-Timpone Nero. L’attività dei due porti ed il fertile territorio resero prospera l’economia di Selinunte, che appare fortemente caratterizzata da interessi mercantili che consentirono una ampia disponibilità di mezzi economici, di grandi ricchezze pubbliche e private, che derivavano dallo sfruttamento del suolo e dalla commercializzazione dei suoi prodotti, nell’ambito di una costante politica filofenicia e filopunica. Spesso in contrasto con Segesta per questioni di territorio, nel 480 a.C. fu alleata di Cartagine contro i Greci nella battaglia di Himera.
Nel 409 a.C. fu espugnata, saccheggiata e distrutta dall’esercito cartaginese. Gli stessi Cartaginesi la distrussero durante la prima guerra punica, per non farla cadere in mano ai Romani.
L’immagine grandiosa che Selinunte suscita è negli imponenti resti dei templi, documenti fondamentali per comprendere l’evoluzione delle tecniche costruttive: la collina orientale fu dedicata agli dei celesti, mentre le divinità poliadi furono venerate nella parte centrale della collina dell’acropoli; alle divinità ctonie fu dedicata l’area in contrada Gaggera.
Sulla collina orientale sorgono tre templi, orientati in senso Est-Ovest e denominati con le lettere G, F, E. Il colossale tempio G, dedicato a Zeus, è uno dei più grandi templi dell’antichità classica (m 113 x 54); le colonne (8 x 17) sono alte m 16,27 e non sono tutte scanalate.
Il tempio è costituito da un pronao prostilo, dal naos a tre navate e dall’opistodomo accessibile attraverso due colonne in antis. La costruzione durò a lungo, dalla fine del VI secolo a.C. al secolo successivo. Il tempio F, dedicato ad Atena, oggi completamente distrutto, è datato alla fine del VI secolo a.C. Più piccolo del precedente, ha le colonne alte circa m 9, e la cella ripartita in pronao, naos e adyton, senza l’opistodomo.
Il tempio E, dedicato ad Hera, ricostruito alla fine degli anni cinquanta, fu realizzato nel terzo decennio del V secolo a.C.